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Come si scrive l’incipit di un romanzo?

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In molti autori l’idea di scrivere l’inizio del loro romanzo provoca una sensazione di ansia, perché sentono di dover fare una buona impressione. L’incipit deve infatti catturare l’attenzione di editor, agenti e lettori, coinvolgerli emotivamente e spingerli a continuare a leggere nonostante la concorrenza di altri libri e le altre forme di intrattenimento che cercano di distrarli.

La paura di sbagliare l’incipit può essere tale da bloccare completamente il processo di scrittura. Alcuni scrittori non riescono mai a superare i primi due o tre capitoli convinti che, finché non li hanno messi a punto in ogni dettaglio, non possono scrivere il resto. Quindi cercano di perfezionarli all’infinito, rimanendo fermi all’incipit. Così spalancano le porte al famigerato blocco dello scrittore, perché esauriscono tutte le loro energie creative nel tentativo di scrivere l’inizio perfetto e non hanno più forze per sviluppare la storia vera e propria.

Ma i problemi possono cominciare addirittura prima.

Dove iniziare un romanzo?

Uno dei quesiti principali che tormentano gli scrittori ancora prima di scrivere una singola parola è: dove comincio il mio romanzo?

La prima cosa da sapere è che l’inizio si può mettere a punto solo dopo aver scritto tutta la storia. Non si può sapere dove iniziare né cosa inserire nell’incipit se non è chiaro il finale.

L’apertura del romanzo dovrebbe infatti essere diametralmente opposta alla chiusura e possibilmente anticipare elementi salienti dell’intera storia. Dunque la strategia ideale è scrivere un inizio qualsiasi (che alla fine potrebbe rivelarsi quello giusto oppure no) e poi continuare a scrivere fino alla fine del romanzo, senza perdere tempo a perfezionare le prime scene. Solo una volta scritta tutta la storia, sarà possibile capire se quell’inizio era davvero azzeccato. In caso affermativo, si potrà limare la scena in ogni dettaglio. In caso contrario, si dovrà riscrivere la scena (o forse addirittura i primi capitoli), tenendo conto di tutto quello che si è scoperto durante la stesura della prima bozza.

Concretamente dove si comincia una storia?

In concreto, una storia comincia nel momento in cui il protagonista si trova all’inizio del suo arco di trasformazione (percorso di crescita interiore provocato dagli eventi della trama), ossia nella situazione diametralmente opposta a quella in cui si troverà alla fine del romanzo.

Non solo, questo momento dovrebbe essere quanto più vicino possibile all’incidente scatenante.

L’incidente scatenante è l’evento che innesca la trama, portando scompiglio nella vita del protagonista e costringendolo ad abbandonare il suo mondo ordinario (detto anche status quo) e a raccogliere la sfida che gli viene presentata per raggiungere il suo obiettivo.

A seconda del genere a cui appartiene il romanzo, l’incipit può essere collocato in tre momenti diversi:

  • appena prima dell’incidente scatenante (p. es. narrativa contemporanea o romance), 
  • appena dopo l’incidente scatenante (p. es. gialli) o 
  • coincidere con questo evento inaspettato (questo tipo di incipit è detto anche in medias res perché la storia si apre nel mezzo dell’azione, p. es. thriller).

L’effetto sul lettore

La scelta della strategia di apertura deve essere ben ponderata, dato che ciascuna di queste soluzioni ha un effetto diverso sul lettore.

  • Incipit prima dell’incidente scatenante: il lettore ha il tempo di affezionarsi al protagonista prima che il suo mondo sia sconvolto dall’incidente scatenante e quindi può capire meglio l’impatto di questo evento imprevisto sulla vita del protagonista.
  • Incipit appena dopo l’incidente scatenante: il lettore sperimenta le ripercussioni dell’incidente scatenante insieme al protagonista. Affinché il lettore possa comprendere pienamente l’impatto emotivo dell’evento pur non essendosi ancora immedesimato nel protagonista, l’incidente scatenante dovrebbe essere un evento sconvolgente per chiunque, come ad esempio la morte di una persona.
  • Incipit in medias res: vivere l’incidente scatenante insieme al protagonista può essere interessante per il lettore, ma l’impatto emotivo non è sempre garantito, perché il lettore ancora non conosce il protagonista e quindi non sa che significato abbia per lui l’evento imprevisto di cui è vittima. Ideare un’azione “esplosiva” non è sufficiente a colmare questa lacuna. Tuttavia, se l’azione è ben raccontata, può catturare lo stesso l’attenzione del lettore. Questi si chiederà come il protagonista riuscirà a superare il momento di difficoltà in cui si trova e sarà quindi spinto comunque a continuare la lettura, anche se ancora non conosce bene il protagonista.

L’incipit e il protagonista

A prescindere dal genere del romanzo e dal momento scelto per cominciare la storia, è essenziale che il protagonista faccia la sua comparsa quanto prima possibile. Questo per tre motivi principali.

  • Il lettore si affeziona al primo personaggio che incontra (un po’ come gli animali alla nascita): se incontra prima un altro personaggio e non è chiaro che questo non è il protagonista, finirà per affezionarsi a lui. Quando poi comparirà il vero protagonista, il lettore dovrà spostare il suo focus affettivo. Questo è sempre molto rischioso e può rovinare l’esperienza del lettore.
  • Il protagonista è colui che subisce l’evento scatenante e che porta avanti la storia: se il protagonista non è presente, la storia risulterà priva di direzione e di senso, quindi deludente e sconclusionata per il lettore.
  • Nei due punti di vista preferiti oggigiorno, ossia la prima persona e la terza persona a focalizzazione interna, la storia viene narrata dal protagonista stesso. Tutto ciò che succede viene visto, sperimentato e interpretato da lui. Se il protagonista non è presente in scena, non è possibile raccontare la storia (non si può ricorrere a un narratore onnisciente per un paio di capitoli solo per comodità), né dare una “voce” distintiva alla narrazione. La voce è spesso ciò che cattura l’attenzione del lettore ancora più degli eventi raccontati, perché svela la personalità del protagonista fin dalle prime righe.

Avere un’idea precisa della propria storia

Una volta stabilito dove cominciare la storia in relazione all’incidente scatenante, ci sono due “binari” che possono aiutare a scrivere un incipit riuscito, ossia un inizio che solleciti l’interesse del lettore, lo coinvolga emotivamente e lo incuriosisca al punto da spingerlo a voltare pagina.

Per trovare questa “guida” occorre avere ben presenti le risposte alle seguenti domande:

  • Di cosa parla la storia? > Conosci bene il tuo protagonista? Sai qual è la “lezione di vita” che dovrà imparare nel corso della storia? Sai qual è il suo obiettivo e qual è la sfida o il conflitto principale che dovrà affrontare per raggiungerlo? Sai chi è il suo antagonista e perché? Sai quali sono gli eventi principali della trama e quali temi vuoi far trapelare attraverso la trama e l’arco di trasformazione?
  • Quale esperienza vuoi regalare al lettore? > Cosa vuoi che il lettore provi leggendo la storia? Quali aspetti della storia lo faranno divertire? Quali lo disturberanno e lo spingeranno a riflettere? Cosa vuoi che provi quando ripensa alla tua storia una volta finita la lettura? Cosa vuoi che rimanga impresso nella sua memoria?

Scrivere l’incipit di un romanzo

Una volta chiariti tutti questi aspetti, scegline uno che secondo te è particolarmente indicativo della tua storia e cerca di portarlo in primo piano mentre scrivi l’incipit. Non tentare di condensare tutto nell’incipit, sarebbe troppo. Punta sull’elemento che secondo te attirerà maggiormente il lettore e trasmetterà al meglio il tipo di storia che lo aspetta. Non ingannarlo creando false aspettative perché non te lo perdonerà e la tua storia, per quanto ben scritta, sarà una delusione per lui.

Guida il lettore nel mondo del tuo romanzo in modo che si concentri sugli elementi giusti (focus) e che non veda l’ora di vivere l’esperienza che gli stai promettendo (desiderio).

Puoi anche provare a scrivere diversi incipit concentrandoti su elementi focali diversi o sullo stesso elemento focale in un contesto diverso. A volte questi esercizi possono farti scoprire aspetti della storia che non avevi contemplato prima e che possono rivelarsi vincenti anche per conquistare il lettore. Se non sai quale incipit funzioni meglio, puoi anche sottoporre le varie versioni ai tuoi beta reader e vedere cosa ne pensano.

In ogni caso ricordati che potrai scegliere l’incipit ideale solo a romanzo concluso, per cui non ti resta che buttare giù un inizio a grandi linee e continuare a scrivere fino alla parola Fine, prima di chiederti se sia davvero l’inizio perfetto per il tuo romanzo e il tuo protagonista, oltre che per i tuoi lettori.

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