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Avete letto da cima a fondo tutti i siti di scrittura creativa che siete riusciti a trovare e vi siete impossessati di tutte le tecniche più all’avanguardia? La vostra scintilla d’ispirazione si è cristallizzata in un’idea ben definita nella vostra mente e ora morite dalla voglia di cominciare a scrivere?
Fermi! Per esperienza diretta, vi sconsiglio di sedervi davanti al computer e buttare giù la prima cosa che vi viene in mente, altrimenti finirete per fare e disfare e poi dover rifare tutto da capo, perdendo un sacco di tempo quando magari già ne avete poco a disposizione.
È meglio che partiate preparati su tutti i fronti. Per questo viaggio, infatti, avrete bisogno non solo dei cosiddetti “strumenti del mestiere”, ossia le tecniche creative ed espositive vere e proprie, ma anche di altri strumenti, sia immateriali che materiali.
Cominciamo dai beni immateriali di cui necessita ogni scrittore per portare a termine la sua opera. Ricordatevi che a cominciare sono in tanti, ma a finire sono solo i più tenaci, quelli che coltivano i seguenti punti di forza.
La vostra storia deve innanzitutto entusiasmare voi stessi e non solo per un paio di capitoli, ma dalla prima all’ultima scena, passando per ogni singola parola. Per trascinare i lettori con voi dovete infatti credere al 100% nelle avventure e nei personaggi che mettete sulla pagina. La vostra storia deve affascinarvi, deve farvi perdere ore di sonno per scriverla, deve portarvi a trascurare il bucato, le pulizie, la spesa, forse addirittura la famiglia.
Questo entusiasmo trapelerà dalle vostre parole e scalderà il cuore dei vostri lettori, legandoli a voi. Scrivere per sé stessi può essere un ottimo esercizio catartico, ma se volete vivere di questo mestiere avrete bisogno di loro, dei lettori che attendono trepidanti il vostro prossimo libro perché il precedente li ha stregati.
Siete stanchi? Avete avuto una pessima giornata al lavoro? I figli vi hanno fatto impazzire tutto il giorno? Sedetevi al computer e scrivete – qualsiasi cosa, ma scrivete. Se non avete idee, cominciate a scrivere della vostra schifosissima giornata, fatela rivivere a uno dei vostri personaggi, pensate a tutte le altre cose che sarebbero potute andare storte e fatele succedere sulla carta. Poi domani probabilmente cancellerete tutto, ma intanto avete tenuto in esercizio gli ingranaggi della vostra fantasia, che sono molto propensi a incepparsi se non vengono usati regolarmente.
Più esercizio farete e più vi verrà facile scrivere a comando nei quindici minuti liberi che riuscirete a ritagliarvi qui e lì. Da bambini trascorriamo ore e ore a imparare a camminare, ci esercitiamo instancabilmente ogni giorno finché riusciamo a muoverci senza esitazioni. Dovete fare la stessa cosa con la scrittura. Solo così diventerete più veloci e sicuri e imparerete a inserire tanti elementi già nella prima o seconda bozza, riducendo il numero di riscritture.
Scrivere è difficile. Vuol dire mettere la parte più intima di sé sulla pagina, esporsi ai commenti e ai giudizi degli altri, dubitare delle proprie capacità, ritrovare il coraggio e l’entusiasmo di andare avanti perché si crede nella propria idea.
Ci saranno tanti momenti lungo il vostro cammino in cui vorrete lasciar perdere tutto, non solo mentre scrivete il vostro libro, ma anche dopo, quando vi metterete a lottare con la copertina o l’impaginazione, nel caso in cui vogliate autopubblicare il vostro lavoro, o quando arriveranno i primi rigetti dagli editori, se volete tentare la via tradizionale. Le parole d’ordine qui sono perseverare, migliorare, riprovare. Finché non funziona.
Ricordatevi sempre che la ricompensa alla fine del viaggio è poter tenere tra le mani un fascio di fogli di carta che è la chiave per aprire la mente della gente e poter dire: “Questo l’ho fatto io”. Creare è quello che l’uomo fa – crea il fuoco, crea la ruota, crea la macchina, crea i computer e da sempre crea anche opere d’arte, perché anche lo spirito ha bisogno di essere nutrito. Soprattutto in un periodo buio come questo servono libri, libri, libri per dare alle persone la libertà di viaggiare con la fantasia, visto che con il corpo siamo tutti un po’ limitati.
Avere fantasia per uno scrittore non vuol dire soltanto inventarsi una storia con fantasmagoriche battaglie tra il bene e il male, in cui il fuoco incandescente piove dal cielo e gli eroi hanno poteri mai visti prima.
Vuol dire anche, e soprattutto, riuscire a trovare un modo per tirarsi fuori dai vicoli ciechi in cui a volte ci si infila, quando la storia sembra bloccarsi e perdere slancio. Vuol dire uscire dagli schemi che uno si autoimpone quando scrive, perché ha deciso che la storia deve andare così, punto, mentre i personaggi vogliono forse qualcos’altro. A volte bisogna fermarsi ad ascoltarli. Ci possono essere infatti altre strade molto più promettenti per raggiungere la meta.
In tedesco c’è un termine bellissimo, che qui calza alla perfezione: querdenken, che alla lettera significa “pensare trasversalmente”. Fatelo vostro! E, quando valutate alternative, ricordatevi di scegliere quella che tiene più alta la tensione nella vostra storia.
Trovate un amico o un’amica, un marito o una moglie, un genitore, un figlio o una figlia pronti a sostenervi quando il sentiero si fa particolarmente impervio. Preferibilmente qualcuno che abbia molta pazienza, qualcuno che, quando ve ne dimenticate, vi sussurri all’orecchio che rinunciare non è un’opzione. Nei momenti in cui perderete la fiducia in voi stessi, avrete bisogno di qualcun altro che creda in voi.
O, più tecnicamente, beta reader. Si tratta di persone che, gratis o dietro compenso, si assumono il fardello di leggere il vostro lavoro e darvi un feedback prima che sia finito. In questo modo saprete dove la vostra storia funziona e dove, invece, dovete aggiustare il tiro. I beta reader si possono trovare in forum e siti di scrittura e pubblicazione. È meglio averne più di uno e idealmente dovrebbero aver già letto molti libri nel vostro genere, in modo da avere un parametro di riferimento valido.
Meglio evitare parenti e/o amici perché il compito di un beta reader è essere spietato come lo sarà un editor o il pubblico dei lettori e qualcuno che vi conosce potrebbe essere spinto da altri sentimenti (compassione? Pena? Invidia? Ammirazione? Incredulità? Meglio non indagare…), per cui il suo feedback potrebbe essere del tutto fuorviante.
Vi vengono in mente altre caratteristiche indispensabili per uno scrittore? Scrivetele nei commenti e condividete le vostre riflessioni con gli altri lettori di questo blog.
Poi leggete il prossimo post per scoprire quali sono, invece, i beni materiali di cui ha bisogno chi intende scrivere libro.
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