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Affinché un romanzo possa coinvolgere il lettore, ogni protagonista deve avere un obiettivo da raggiungere entro la fine della storia, che determina le sue scelte e le sue azioni.
In questo articolo andremo a vedere quali sono i requisiti che ogni obiettivo deve rispettare per svolgere le sue molteplici funzioni, da sorreggere l’arco narrativo fino a coinvolgere il lettore. Questi aspetti sono condensati in dieci domande fondamentali.
La prima cosa da considerare è il genere in cui stiamo scrivendo. Questo perché i libri di genere (gialli, romance, thriller, western ecc.) hanno un obiettivo principale prestabilito, che va rispettato, in quanto è proprio quello che determina il genere e le aspettative dei lettori.
Se, ad esempio, stiamo scrivendo un giallo, l’obiettivo sarà trovare l’assasino. Se stiamo scrivendo un romance, l’obiettivo sarà conquistare l’altra metà. Se stiamo scrivendo un thriller, l’obiettivo sarà portare a termine la missione evitando di cadere nelle mani del nemico. Se stiamo scrivendo un western, il protagonista dovrà sconfiggere i cattivi per ristabilire la giustizia, ecc.
Se invece stiamo scrivendo narrativa contemporanea, abbiamo la massima libertà di scelta. Le uniche due cose che dobbiamo tenere presenti sono: il tema, ossia il messaggio che vogliamo trasmettere al lettore, e il trauma del protagonista. Questo perché queste storie di solito procedono su un duplice binario esteriore/interiore. L’obiettivo che scegliamo dovrà quindi costringere il protagonista non solo ad agire, ma anche a fronteggiare le sue più grandi paure, derivanti dal suo trauma (v. anche domande 8, 9 e 10).
Il lettore deve potersi immaginare concretamente che cosa significa raggiungere l’obiettivo e lo può fare solo se l’obiettivo è ben definito, concreto e specifico. Questa è infatti la condizione affinché possa sapere se e quando il protagonista ha ottenuto ciò che voleva o se ha fallito miseramente e quindi, in ultima analisi, quando la storia è finita.
Portare la pace nel mondo è un obiettivo generico, indefinito, che può concretizzarsi in svariati modi, quindi non si addice come obiettivo. Vincere il Nobel per la Pace è concreto, specifico, tangibile (posso immaginarmi la cerimonia di consegna del premio), quindi è indicato come obiettivo del protagonista.
Trovare l’amore non è un obiettivo idoneo nemmeno in un romance. Conquistare Mr X è invece perfetto, perché il lettore (o in questo caso piuttosto la lettrice) saprà esattamente se e quando l’eroina ha raggiunto il suo obiettivo.
Queste sono infatti le macro-categorie di obiettivi. Qualsiasi altro tipo di azione non ha le caratteristiche necessarie per essere un obiettivo valido e va quindi scartato.
Il protagonista non deve mai riuscire a raggiungere il suo obiettivo con facilità, altrimenti viene meno la tensione nella storia, il lettore si distrae e, nella peggiore delle ipotesi, chiude il libro una volta per tutte (e non aprirà mai un altro romanzo con la nostra firma, cosa ancora peggiore).
Il protagonista deve lottare per ottenere ciò che vuole, dimostrando la sua tempra. Deve essere portato ai suoi limiti psico-fisici, in modo da scoprire doti e punti di forza che non sapeva nemmeno di avere. Deve superare sé stesso.
Contemporaneamente deve, però, anche riuscire a vincere con le sue forze. Non deve mai aspettare passivamente di essere salvato da altri (deus ex machina = il miglior meccanismo per deludere il lettore).
Se vogliamo a tutti i costi che il nostro protagonista affronti una tempesta in mezzo all’oceano, dobbiamo attribuirgli un obiettivo che stimoli sufficientemente la sua motivazione da fargli rischiare la vita nel tentativo di vincere (come raggiungere per primo una terra sconosciuta, conquistare un amuleto particolarmente potente o vincere un ingente premio in denaro).
In alternativa possiamo attenuare l’ostacolo, in modo che metta alla prova la sua motivazione nella massima misura, senza però fargli abbandonare il campo.
I bisogni umani universali sono i bisogni fisiologici, di sicurezza, di appartenenza, di stima, di autorealizzazione, di conoscenza e quelli estetico-spirituali.
Considerare il bisogno del protagonista quando scegliamo il suo obiettivo è importante per due motivi:
Se il protagonista è cresciuto con una carenza di affetto materno e quindi ha bisogno di amore incondizionato, non ha senso attribuirgli un obiettivo come diventare l’imprenditore più ricco d’Europa. Sarà più indicato un obiettivo come trovare una donna che lo ami per quello che è e non per i soldi che ha.
L’immedesimazione del lettore nel protagonista e nella sua lotta per raggiungere l’obiettivo è fondamentale per coinvolgerlo dall’inizio alla fine della storia. Ottenere questo risultato è più facile se il lettore capisce il bisogno che spinge il protagonista verso l’obiettivo perché l’ha vissuto direttamente o lo ha visto vivere ad altri.
La conseguenza, o posta in gioco, è fondamentale per la motivazione del protagonista a raggiungere la sua meta.
Se dovesse fallire nel suo intento, il nostro eroe dovrebbe rimanere con il disagio che lo aveva spinto ad agire inizialmente e di cui voleva assolutamente liberarsi. Nelle storie con un arco di trasformazione, la conseguenza del fallimento dovrebbe essere il verificarsi dei suoi più grandi timori.
Cos’è che spinge il protagonista a fronteggiare un ostacolo dopo l’altro senza gettare la spugna per raggiungere il suo obiettivo? Perché gli interessa tanto raggiungere proprio quell’obiettivo? Cosa significa per lui? Sopravvivere? Realizzarsi? Vendicarsi? Ottenere la rivincita su qualcuno che non credeva in lui?
Per le storie che prevedono un arco di trasformazione del personaggio, questa domanda ci riporta alla problematica del trauma e della coerenza tra trauma, bisogno, motivazione e obiettivo, che è analizzata qui.
Solo un protagonista che si impegna, prende decisioni e agisce può ottenere l’appoggio del lettore, a prescindere che il lettore condivida o meno le sue azioni dal punto di vista morale.
Un protagonista passivo, che sogna ma non si impegna attivamente per raggiungere il suo obiettivo, non coinvolge il lettore. Può essere passivo all’inizio, ma presto dovrà dichiarare di voler raggiungere il suo obiettivo e attivarsi per farlo, altrimenti il lettore si cercherà qualcun altro con cui trascorrere le sue ore libere.
Perché il protagonista si attivi, occorre però che l’obiettivo sia in sintonia con il suo bisogno.
Questa domanda è specifica per quelle storie che prevedono un arco di trasformazione dell’eroe, in cui l’obiettivo esteriore ha il duplice compito di portare avanti l’arco narrativo esteriore (azioni mirate al conseguimento dell’obiettivo) e di costringe il protagonista a fronteggiare le sue peggiori paure e vincere i suoi demoni interiori, per raggiungere una versione migliore di sé (arco di trasformazione).
Se riuscite a trovare un obiettivo che risponda al maggior numero di queste domande, avrete non solo il protagonista nelle vostre mani, ma anche il lettore. Avrete anche posto le basi per l’arco narrativo e, se la vostra storia lo richiede, per l’arco di trasformazione del protagonista – un ottimo lavoro per scrivere una storia con fondamenta solide e un alto potenziale di coinvolgimento per il lettore!
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